Il fisco senza testa farnetica ancora sul contrasto di interessi

La mancanza di un punto di riferimento teorico spinge le istituzioni  e gli organi professionali a spiegarsi da soli, nei ritagli  di tempo, il malessere fiscale che gira per l'Italia, e anche eutekne escogita ipotesi di  progettualità e ricasca nelle  sirene del contrasto di interessi già commentate qui. Senza una teoria dell'evasione fiscale, assente  nei manuali di legislazione fiscale, redatti da un'accademia appiattita su insensati sproloqui di "materiali  normativi",  le organizzazioni professionali si arrangiano in modo  estemporaneo. Le proposte sul contrasto di  interessi sono  palesemente sbagliate , ma un senso ce l'hanno..eccovi qui l'ennesima proposta da eutekne. Che dire? Se i professori pubblicano il nulla, cioè sproloqui  senza senso di materiali parafrasati, allora ogni discorso sensato va bene..anche se erroneo. Brava Eutekne, Bravo Longobardi, ovviamente non sono d'accordo, nessuno che abbia riflettuto sul tema, è d'accordo...ma almeno  ci capiamo. E fate bene, se i professori  non hanno nulla da dire, salve prolisse complicazioni di questioni semplici, ogni ragionamento va bene. 

Ecco qui l'articolo di eutekne, linkato sopra

LOTTA ALL'EVASIONE
Più detrazioni e deduzioni per ridurre l’evasione fiscale
Questa l’opzione più gradita a coloro i quali hanno partecipato al nostro sondaggio sullo strumento più efficace per combattere l’evasione
/ Savino GALLO    SHARE
/ Sabato 19 maggio 2012STAMPAINVIA
Seguire la logica del “contrasto di interessi”, dando ai contribuenti maggiori possibilità di detrarre e dedurre le spese sostenute, rappresenta lo strumento più efficace per abbattere l’evasione fiscale. A pensarla così sono circa 1200 tra commercialisti, amministrativi d’azienda, esperti del settore e altri operati, ovvero poco meno della metà di coloro i quali hanno partecipato al sondaggio promosso da Eutekne.info.
Lo scorso 4 maggio, chiedevamo ai nostri utenti: “Qual è oggi lo strumento più efficace per ridurre l’evasione fiscale?” Ebbene, il 46% delle oltre 2500 persone che hanno risposto crede che l’implementazione di meccanismi premiali, quali appunto la deducibilità dal reddito o la detraibilità dall’imposta delle spese sostenute, sia l’azione più incisiva per contrastare l’evasione.
Il 34,1% del campione considerato, invece, è convinto che l’evasione vada combattuta innanzitutto abbassando la pressione fiscale, che ha già raggiunto livelli record con le ultime manovre varate dal Governo ed è destinata ad aumentare con l’arrivo dell’IMU e l’aumento, dal 21 al 23%, dell’aliquota IVA.
Più staccate le due opzioni rimanenti. Il 16,7% dei partecipanti al sondaggio ritiene che vada applicata una tassa sul contante, ovvero una forma di prelievo fiscale alla fonte su tutti i versamenti e prelevamenti bancari effettuati in contanti, in modo tale da eliminare la convenienza dei pagamenti in nero. Mentre solo il 3,2% crede che per ridurre l’evasione andrebbero inasprite le sanzioni.
“Mi trovo assolutamente d’accordo – ha commentato Gerardo Longobardi, Presidente dell’ODCEC di Roma – con coloro i quali credono che una più incisiva lotta all’evasione fiscale passi anche attraverso l’ampliamento delle possibilità, in capo ai contribuenti, di dedurre e detrarre le spese sostenute. La logica del cosiddetto «contrasto di interessi», però, va necessariamente accompagnata da un cambiamento culturale sulle modalità di pagamento. In Italia, a differenza di altri Paesi, la maggior parte dei pagamenti si fa ancora in contanti, che rimane il metodo migliore per poter evadere le tasse. Bisognerebbe, dunque, studiare un sistema premiale per indurre i cittadini a pagare attraverso metodi tracciabili, concedendo, ad esempio, le possibilità di detrazione e deduzione solo a chi utilizza carte di credito o debito. Questo renderebbe il sistema fiscale più semplice non solo per l’Amministrazione finanziaria, ma anche per i cittadini, che non si troverebbero più costretti ad inviare documenti di ogni genere al Fisco. Un sistema da cui trarrebbero beneficio anche i commercialisti, che chiedono solo di poter avere una vita privata meno inquinata da migliaia di adempimenti, che li costringono a lavorare praticamente ogni giorno dell’anno”.
Sulle stesse posizioni anche il Presidente dell’ODCEC di Napoli, Achille Coppola, in linea con chi ritiene che ampliare la possibilità di detrazione e deduzione delle spese possa essere “importante per combattere l’evasione fiscale”. Possibilità che andrebbe “necessariamente collegata ai pagamenti effettuati solo con metodi tracciabili, in caso contrario l’organizzazione del sistema contabile, per l’Amministrazione finanziaria, diventerebbe impossibile”. L’abbattimento dell’evasione, però, secondo Coppola, passa anche attraverso una più efficace azione di contrasto alla corruzione nella Pubblica Amministrazione: “Posto che anche quella è evasione fiscale, perché la «mazzetta» non si va di certo a dichiarare al Fisco, la corruzione genera un ulteriore danno alla Stato, che per acquisire determinati servizi si troverà costretto a pagarli il doppio. Stando agli ultimi dati aggregati, la corruzione nella Pubblica Amministrazione costa ai contribuenti circa 200 miliardi. Basterebbe un’azione più ferma e decisa in questa direzione per poter recuperare sin da subito almeno 50 miliardi. Un’azione che risulterà efficace solo se si inizierà a combattere seriamente la burocrazia, fattore principale che alimenta la corruzione. Ecco perché sarebbe estremamente importante l’istituzione di un’Agenzia delle Uscite, in ossequio alla logica del «dare-avere», che dovrebbe sempre caratterizzare il rapporto tra Stato e cittadini”
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