soldi in paradiso e ruolo della legislazione

La disposizione secondo cui "salvo prova contraria" i soldi detenuti in paradisi fiscali si presumono frutto di evasione fiscale è coerente col fine della legislazione che da sempre indichiamo su Dialoghi. Quello di lanciare messaggi, di orientare i comportamenti, di suscitare consenso, di prevenire critiche, non quello di organizzare in modo coerente e sistematico la convivenza sociale. Lo avevamo scritto già sul numero 1 di dialoghi di quest'anno, che se il compito del giurista è di parafrasare la legislazione, allora meglio chiudere bottega, siamo cotti davanti a un permanente inevitabile guazzabuglio di strutturale incoerenza. La legislazione non è la manifestazione della sapienza divina sulla terra, secondo la consueta litania che critica il legislatore e poi ne invoca l'aiuto, creando  molta più confusione di quanta già non ne esista, più rigidità, più occasioni per penalizzazioni fortuite o punizioni per vicende del tutto innocue. Come la mettiamo con tutti i condoni che ci sono già stati, e che hanno "tombalizzato" i periodi di imposta fino al 2002, e poi il 2003 è decaduto, e poi il raddoppio dei termini opera solo se prima della scadenza scatti un obbligo di rapporto all'autorità giudiziaria. E poi come li troviamo i soldi all'estero se non li si riportano in Italia? E se li si riportano in Italia a nome di terzi, fondi di investimento anonimi? Quante sono state finora le contestazioni al monitoraggio fiscale, se si escludono le tristi vicende dei fondi neri all'estero di società italiane, emersi nelle indagini per corruzione, che secondo il fisco avrebbero dovuto essere indicati nel modello rw degli amministratori come se fossero soldi loro? In realtà il legislatore è impotente verso i soldi all'estero, perchè qui  viene meno l'esercizio del potere autoritativo, la colonna portante amministrativistica del diritto tributario. Ed è inutile minacciare sanzioni feroci, o palesi violazioni del principio di proporzionalità, anche perchè è verosimile che tantissimi soldi all'estero vengono da ragioni familiari, con evasioni vecchissime e ormai prescritte. E' una conferma che i tributi vanno intercettati alla produzione della capacità economica,e  che seguire le spese o le movimentazioni finanziarie dei patrimoni comporta uno sforzo enormemente superiore e spesso inutile. Come chiudere le stalle quando i buoi sono scappati.  

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