La web tax conferma quanta retorica e quanta mitologia ci siano nel dibattito pubblico sull'individuazione della base di commisurazione dei tributi e sull'evasione fiscale. In particolare il dibattito conferma la scarsa familiarità con le organizzazioni pluripersonali e la tendenza a proiettare sulle aziende l'immagine dell'artigiano o del piccolo commerciante, solo di dimensioni maggiori. Altrettanto preoccupante è la tendenza (spesso strumentale altre volte solo ingenua) a confondere la mancata registrazione di redditi (evasione in senso materiale) dall'adozione di una certa interpretazione giuridica su ricchezza che non è affato nascosta; quest'ultima è l'evasione interpretativa, o pianificazione fiscale, che riduttivamente l'ex ministro visco liquidava dicendo che dopotutto era sempre un minor pagamento di imposte, facendo capire l'arretratezza del dibattito sul tema.

Su queste grandi premesse si inserisce il tema, circoscritto, della web tax, impostato come una crociata contro chi non si nasconde affatto (i cosiddetti "giganti del web", praticamente tre o quattro, includendo Apple, che è un semplice produttore di apparecchiature), sottovalutando le possibilità di evasione, tramite il web, su scala molto più piccola e diffusa. Non è solo per la crisi economica, o per i tanto esecrati "giganti del web" che i negozi chiudono. C'è qualcosa di più e cioè la possibilità di contatti virtuali e di vetrina virtuale rappresentata da internet, senza essere affatto un "gigante del web", ma semplicemente vendendo torte o magliette su facebook. Viene meno in questo modo la necessità fisica della esposizione "in negozio" , che magari viene usato per visionare la merce, poi acquistata su internet. Questa mancanza del negozio fisico diminuisce anche la visibilità fiscale percepita dal contribuente , che si sente osservato quando ha "la bottega" esposta sulla pubblica via. Già il fisco non riesce oggi a farsi vedere nelle attività commerciali esposte sul territorio, i cui esercenti però percepiscono la possibilità teorica che un finanziere entri nel loro negozio, come fosse un cliente, iniziando a fare domande. Con internet questa visibilità diminuisce, e il contatto col potenziale acquirente può essere tenuto via telefono o posta elettronica.

La visibilità fiscale dell'esercizio, su cui si fonda gran parte dell'adempimento fiscale (la compliance svanisce. I negozi chiudono, ma le attività continuano, spesso in nero o comunque con dichiarati più bassi. Intanto noi mettiamo sul banco degli imputati i giganti del web, che pagano l'IVA in Italia e in materia di imposte sui redditi oggi hanno palesemente ragione a legislazione vigente, come scrivevamo qui sul piano tecnico. Ma il problema non è tecnico, quanto piuttosto culturale.

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