L'analfabetismo italiano sull'organizzazione sociale utilizza strutture cognitive da medioevo. Quel medioevo in cui "la ricchezza era la terra", e la proprietà della terra veniva assicurata dall'unico gruppo sociale organizzato, cioè la politica, il clan, la tribù, l'unione di famiglie che esprimeva la forza. In un contesto sociale dove "il pubblico" faceva poco, praticamente solo la guerra e la giustizia, però il privato era ancora estremamente frammentato.

Con le aziende tecnologiche e la produzione di serie è pian piano cambiato tutto, è nata la società moderna. Che l'opinione pubblica ancora guarda con gli occhi del passato, di una formazione culturale "tardo umanistica",  preindustriale , feudale, basata sulle categorie concettuali dei "ricchi" e dei "poveri" per nascita, come se la ricchezza fosse qualcosa che si spartisce, non qualcosa che si crea con l'organizzazione del lavoro. L'opinione pubblica brancola, non ha gli sturmenti per leggere quello che le accade attorno. E rischia di essere preda di demagoghi di ogni tipo.

La sovranità appartiene al popolo...bene! Però si può essere sovrani di quello che non si conosce, su cui non si sa riflettere, cui ci si avvicina con la mentalità degli antichi bucanieri secondo cui il bottino andava spartito in quote uguali? Neppure le aziende, impegnate ciascuna a produrre cioccolatini, pantaloni o medicinali, si preoccupano di questo deficit culturale. Ognuna va per conto suo, lesina gli spiccioli per fare cultura e magari paga milioni di euro per consulenze rese necessarie solo dalla mancanza di cultura economico aziendale nell'opinione pubblica. Però i milioni sono per un problema specifico aziendale, mentre gli spiccioli sono per tutti...e chi sono io babbo natale, che spendo gli spiccioli per i problemi di tutti? Senza accorgersi che i nostri problemi specifici di singole aziende sono un aspetto particolare dei problemi di tutte le aziende , e di tutta l'organizzazione sociale. Però io produco pantaloni, mozzarelle, aeroplani, occhiali, cavi elettrici, mi dicono, e che ci posso fare?? L'azienda, come gruppo sociale,  resta così una cosa misteriosa, che "ha i soldi" che il legislatore, la politica, i mezzi di informazione, il fisco, gli avvocati e i consulenti vampirizzano in ogni modo. Una vacca da mungere. Che per questo resta fragile, in questo paese .Felice per i padroni delle aziende, ma non per le aziende. Un paese dove si vive della forza di inerzia del capitalismo familiare di mezzo secolo fa...meglio di nulla....speriamo che duri. Ma i bauscia milanes che sono furbi e spietati, quando si tratta di vendere le loro merci, in tentativi di sopravvivenza sempre più di nicchia, sono polli da spennare, quando escono fuori dal loro settore, a beneficio di finti amici, avvocati, consulenti, millantatori, amici degli onorevoli...E' una imprenditorialità sempre più a disagio...e le seconde generazioni sono sempre più .....ci piace la bella vita e basta...il passaggio generazionale e la concorrenza internazionale sono bei problemi per la struttura economica italiana.

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