Aziende, in ordine sparso al macello

Le disposizioni della recente manovra confermano alcune linee della tassazione attraverso le aziende , che mettiamo in luce su questo sito , a proposito di questi poveri ingenui esattori del terzo millennio. La tendenza che si conferma è quella secondo cui l'italia è uno splendido paese per gli imprenditori, ma un pessimo paese per le aziende, intese come istituzioni spersonalizzate, gruppi sociali che non votano, e che possono essere il capro espiatorio di tutte le nefandezze che l'opinione pubblica non riesce altrimenti  a spiegarsi. Con l'imprenditore si va a cena, all'imprenditore si chiedono favori, all'azienda no! E' un luogo strano , dove i conti tornano sempre alla lira, con quel dare e quell'avere sempre in pareggio, possibile mai? No c'è qualche trucco , sicuramente imbrogliano! Poi hanno i soldi, e nel loro business istituzionale sono perfide con clienti , risparmiatori, consumatori, lavoratori , ambiente e allora perchè non dovrebbero essere loro il capro espiatorio di cui la gente ha bisogno davanti ai malesseri di una tassazione squilibrata. Quindi le aziende prima fanno gli esattori del terzo millennio, e poi si beccano pure i controlli sull'inferno del dichiarato e gli inasprimenti fiscali come quelli ultimi. Le aziende non possono prendersi neppure la consolazione di evadere. Però l'imprenditore se vuole si, e per questo resta piccolo, abbastanza piccolo da poter agire sott'acqua a tutti i livelli, nel paese in cui il legislatore, che poi è lo specchio dell'opinione publica, è il primo a seguire la massima secondo cui 1) siamo il paese dalle mille leggi temperate da una pressochè generale inosservanza e 2) è più facile ottenere un perdono che un permesso. La possibilità di agire indisturbati nell'ombra continua ad essere la grande soluzione "italian way" e i cilici fiscali su quanto avviene alla luce del sole spingono in questa direzione. Nel frattempo le aziende sono balbuzienti , ognuna persa dietro gli affari suoi, perchè fuori dal business ognuna è di una ingenuità disarmante, timorosa, incapace di capire che la sua situazione particolare dipende da come sono viste le aziende in generale. Invece eroga parcelle milionarie sulle proprie pratiche specifiche a consulenti "macchine da soldi" invece di dedicare pochi spiccioli a sostituirsi al fallimento dell'accademia nello spiegare il ruolo sociale delle aziende. Gli sta bene, inferno del dichiarato, limiti al riporto delle perdite ...l'azienda balbuziente è la vera vacca da mungere, sia per il fisco sia per i consulenti. Forse gli sta bene!!!.  O meglio sta bene ai manager che la dirigono...nella misura in cui sono "narrow minded" e pensano solo al compito della propria azienda, senza preoccuparsi del contributo che le aziende devono dare all'organizzazione sociale, e di quello che l'organizzazione sociale deve dare all'azienda. Ognuno dice "beh...io tengo la contabilità di una società venditrice di cioccolatini, o di pantaloni, o di mobili per ufficio, o di automobili, o di viaggi ferroviari o aerei...Senza preoccuparsi che senza coesione sociale, senza condivisione di concetti, la società si disgrega, e anche il mercato dei cioccolatini e delle altre merci, il "particulare" dell'azienda, entrerà in crisi.

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